mercoledì 11 marzo 2009

Iosif Brodwskij, l'acqua, il viaggio e.. noi.

"Viaggiare sull'acqua, anche per brevi distanze, ha sempre qualcosa di primordiale. Senti che non dovresti essere lì, e a dirtelo non sono tanto gli occhi, gli orecchi, il naso, il palato o il palmo della mano quanto i piedi, i quali assumono, stranamente, la funzione di un organo dei sensi. L'acqua mette in discussione il principio di orizzontalità, specialmente di notte, quando la sua superficie somiglia al selciato. Per quanto solido sia ciò che lo sostituisce sotto i tuoi piedi - il ponte di una nave - sull'acqua stai un po' più attento che a terra, tutte le tue facoltà sono chiamate a una maggiore vigilanza. Sull'acqua, per esempio, non ti lasci distrarre come per la strada: le gambe ti tengono sotto costante controllo, te e le tue risorse, in costante equilibrio come se tu fossi una specie di bussola. Be', forse questo intensificarsi delle tue risorse, sull'acqua, è davvero un'eco remota e tortuosa dei nostri cari, vecchi cordati. In ogni modo, il senso dell'Altro si acuisce sull'acqua come se fosse sollecitato da un pericolo comune e insieme reciproco. La perdita dell'orientamento non è qualcosa che riguardi soltanto la nautica, è anche una categoria psicologica."
(da I.Brodwskij, Fondamenta degli incurabili, ed. Adelphi,p 17-18).

Questo blog è un diario di bordo.
Intende raccogliere appunti, poesie e foto di un viaggio immaginario che esplora i luoghi vissuti e nascosti della città di Venezia, attraverso gli occhi degli artisti che l'hanno narrata. L'acqua è il luogo dove il tempo sospeso e reale si fondono; da qui ho scelto di iniziare il nostro viaggio.

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